Ormai siamo ai primi di agosto e, anche quest’anno, il numero di partecipanti alle competizioni podistiche in Abruzzo è in forte calo. Le gare vedono sempre meno atleti e il ricambio dei giovanissimi è quasi inesistente. Questa atmosfera di incertezza ha spinto molte squadre ad abbandonare anche il 3° tempo, un evento da non sottovalutare sia in termini sociali che economici. Nelle gare amatoriali, infatti, non si partecipa esclusivamente per ottenere risultati, ma anche per stare in compagnia. Dal punto di vista economico, un evento podistico è utile ai ristoranti vicini per fare cassa. Un bicchiere di birra, una risata tra colleghi di running e di altri sport, un aperitivo o un pranzo di gruppo: tutti questi riti stanno via via scomparendo. Probabilmente ciò è dovuto ai numerosi impegni programmati anche nel fine settimana, all’inflazione e alla partita di pallone delle 15:00.
Tuttavia, nonostante il calo delle presenze e i nuovi valori introdotti nella nostra società, spicca l’entusiasmo contagioso della Progetto Running. La Progetto Running non è riconosciuta principalmente per gli ottimi risultati dei suoi atleti (seppur soddisfacenti, come la carriera di Piero Bogazzi e gli attuali tempi di Cosmo D’Orazio), ma per la loro capacità di divertirsi durante tutto l’evento. E quando parliamo di tutto l’evento, intendiamo non solo la gara, ma anche il pre-gara e il terzo tempo.
La Progetto Running non si è piegata alle tempeste affrontate in questi anni, ma si è rafforzata. Capita spesso che, dopo la fine della gara, mentre le altre società, anche più numerose, si dividono per fare i bagagli e tornare a casa, i membri della Progetto Running decidono di spendere quell’oretta in più per mangiare qualcosa in compagnia, prima dell’inizio di una nuova e durissima settimana lavorativa. Che si tratti di riso integrale o di una pizza accompagnata da fiumi di birra, ciò che importa è quel gruppo unito anche dopo una gara massacrante.
La Progetto Running lascia liberi i propri atleti di decidere a quali e quante gare partecipare e non emette giudizi basati solo sui risultati. Ciò che conta è il rispetto di ogni singolo membro della squadra, dal super atleta professionista a colui che prima di gareggiare si beve un bicchiere di birra e si fuma una sigaretta.
Se vuoi essere amato, ama. Se vuoi essere apprezzato, apprezza. Se vuoi essere rispettato, porta rispetto.
Vedere ciò che è davanti al proprio naso richiede uno sforzo costante.
E se ancora oggi ci chiediamo come la Progetto Running riesca ad ottenere così tante partecipazioni nelle gare, incluso il 3° tempo, dovremmo riflettere proprio su quel proverbio di George Orwell indicato qui sopra. L’idea che spesso le verità più ovvie e semplici siano quelle che le persone tendono a trascurare o a ignorare, nonostante siano proprio di fronte a loro. È importante affermare questo concetto perché talvolta si rischia di essere troppo concentrati a scalare la montagna per arrivare in vetta e ci si dimentica di fermarsi a guardare il panorama e abbracciare gli amici che ti hanno accompagnato.
Alla base di un gruppo, soprattutto amatoriale e no-profit, bisogna sempre mettere il carburante migliore: l’amore. L’amore è il carburante che alimenta il motore del gruppo, rendendolo capace di affrontare qualsiasi viaggio, mentre la popolarità e il numero di atleti forti e attivi è come un adesivo decorativo che rende il veicolo più attraente ma non può farlo muovere. Il vero successo, dunque, è avere amato ed essersi sentiti amati, avere avuto un impatto positivo sugli altri; il resto verrà da sé.